Smart Agriculture, Smart Education, Smart Aging
L'AI e le nuove tecnologie che plasmano il presente della Cina.
In questa Newsletter troverai:
Agricoltura Smart.
Scuola Smart.
Invecchiamento Smart.
Algoritmi e diseguaglianze di genere.
Due novitá inserite:
Note dal Campo
Parole Chiave
Aprire la homepage del Renmin Ribao (People’s Daily), il quotidiano ufficiale del Partito Comunista Cinese, significa imbattersi quasi ogni giorno in notizie sull’intelligenza artificiale. La Cina è in piena corsa tecnologica, e la sfida con gli Stati Uniti si gioca sempre più sul fronte dell’innovazione digitale. Ma quello che colpisce è soprattutto l’uso quotidiano e capillare che viene promosso di queste tecnologie: dai droni nei campi alle intelligenze artificiali nelle classi.
L’Agricoltura Smart
La Cina ci pone difronte a una nuova “rivoluzione agricola”, l’innovazione tecnologica infatti non è confinata alle metropoli: sta trasformando anche l’agricoltura nelle aree rurali. Sempre più spesso, le pagine del People’s Daily raccontano un paesaggio agricolo dove il lavoro manuale viene affiancato – e in certi casi sostituito – da strumenti digitali. Droni, sensori intelligenti e piattaforme di big data diventano alleati fondamentali per affrontare le sfide del settore primario.

In provincia di Shandong, ad esempio, nel villaggio di Wagozhuang vicino a Qingdao, gli agricoltori utilizzano droni per l'irrorazione di fertilizzanti fogliari sulle colture di grano. I droni sorvolano campi estesi e ottimizzano l’uso delle risorse, contribuendo alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico. Questo tipo di applicazione non solo migliora l’efficienza, ma rende l’agricoltura più accessibile anche alle comunità rurali con risorse limitate.
Ma le sperimentazioni più avanzate si spingono oltre. A Zigui, nella provincia montuosa dell’Hubei, droni dotati di “cervelli di intelligenza artificiale” sorvolano frutteti situati su terreni complessi. Questi dispositivi sono capaci di riconoscere automaticamente creste, fossati, alberi da frutto e perfino infrastrutture come pali della luce. L’obiettivo? Mappare il territorio in modo intelligente per pianificare meglio le operazioni agricole, evitando sprechi e riducendo i rischi.
Nel sud della Cina, a Maoming (Guangdong), famosa per la produzione di litchi, è stato invece implementato il sistema DeepSeek su una piattaforma locale di big data agricoli. Questo strumento consente un’analisi avanzata per la diagnosi precoce di malattie e parassiti delle piante. Grazie all’uso combinato di immagini, modelli predittivi e apprendimento automatico, gli agricoltori ricevono in tempo reale indicazioni dettagliate su come intervenire, evitando danni ingenti ai raccolti.
Questi esempi non sono isolati: fanno parte di una strategia più ampia in cui la tecnologia viene vista come un volano per la rinascita delle campagne cinesi. Non è solo una questione di automazione, ma di un nuovo modo di intendere la relazione tra ambiente, sapere contadino e innovazione.
Smart School: Scuola del futuro o del presente?
Mentre in Europa si inizia a discutere se e come integrare l’AI nei contesti educativi, in Cina l’adozione di queste tecnologie nelle scuole è già una realtà concreta – e in espansione – soprattutto nelle contee rurali. L'intelligenza artificiale viene promossa come strumento per ridurre le disuguaglianze territoriali, colmare i divari educativi e rendere più interattivo e coinvolgente l'apprendimento, anche nelle zone più periferiche del Paese.
Un articolo del People’s Daily intitolato “Gli studenti fanno un giro nella macchina del tempo” racconta un progetto scolastico in cui l’AI è stata utilizzata per aiutare gli alunni a immaginare se stessi nel futuro. Dopo aver condiviso i propri sogni professionali, i bambini hanno visto elaborati dei ritratti digitali di sé stessi adulti: medici, soldati, insegnanti. Le immagini generate dall’AI non solo stimolano l’immaginazione, ma trasformano aspirazioni astratte in visioni concrete, quasi tangibili. È come se l’AI avesse materializzato un ponte tra il presente e il futuro, offrendo agli studenti una finestra visiva sulle proprie ambizioni.
Ma la sperimentazione non si ferma qui. In altre scuole, soprattutto nei capoluoghi di contea, l’AI è stata integrata nei programmi scolastici per dare nuova vita ai testi di studio. Gli eroi dei libri di testo, grazie all’intelligenza artificiale, prendono voce e si rivolgono direttamente agli studenti, trasformando la lezione in un dialogo con il passato. Figure storiche e letterarie diventano interlocutori attivi, capaci di stimolare l’interesse e l’interazione, anche in contesti dove l'accesso a risorse didattiche tradizionali può essere più limitato.
Il preside Chen Yueping, intervistato nel reportage, sottolinea con entusiasmo il potenziale educativo dell’AI: "Per i capoluoghi di contea o le scuole rurali, l'uso della tecnologia AI può non solo aiutare gli studenti a comprendere intuitivamente il contenuto dei libri di testo e migliorare l'efficacia dell'insegnamento, ma anche avvicinarli alla tecnologia avanzata, rafforzando la loro fiducia e il senso di possibilità." In altre parole, l’AI diventa non solo un supporto all’apprendimento, ma anche un motore di emancipazione tecnologica.
Ma la creativitá dell´uso di AI, inoltre, si sperimenta con applicazioni ancora più creative: Confucio e Socrate vengono fatti dialogare grazie alla simulazione vocale e linguistica delle AI; laboratori di programmazione e robotica si affiancano alle materie tradizionali, creando un ambiente scolastico in cui l’innovazione è parte integrante della quotidianità.
Tra entusiasmo e interrogativi pedagogici
Siamo di fronte a un’enorme opportunità educativa, che ridefinisce il modo in cui si apprende, si sogna e si immagina il futuro. Ma rimangono aperte domande importanti e ancora poco discusse: in che modo l’uso massiccio dell’AI in classe influenzerà la capacità critica e immaginativa degli studenti? Quali saranno gli effetti a lungo termine sull’autonomia intellettuale, sulla creatività, sulla relazione con il sapere e con l’errore? La Cina, intanto, sperimenta. Non è fantascienza: è la scuola di domani. O forse, semplicemente, quella di oggi.
Smart Aging o invecchiamento intelligente
I prodotti intelligenti per l'assistenza agli anziani (智能养老产品) sono dispositivi e sistemi intelligenti che utilizzano tecnologie come l'Internet delle cose e l'intelligenza artificiale per fornire monitoraggio della salute, assistenza vitale, monitoraggio della sicurezza e altri servizi per gli anziani.
I robot di supporto alla mobilità, come il nuovo Youyifan, 优颐凡 di UBTech, sono dotati di guida autonoma, evitano ostacoli e possono perfino sincronizzarsi con l’ascensore per muoversi in autonomia negli ambienti urbani complessi. Nelle case, si stanno diffondendo sistemi intelligenti di sorveglianza invisibile, capaci di rilevare cadute o comportamenti anomali senza telecamere invadenti, come quello sviluppato da Tencent.
Anche la medicina tradizionale cinese entra nel mondo smart: dispositivi digitali per la diagnosi energetica del corpo, basati su analisi della lingua o del polso, offrono consigli personalizzati per il benessere quotidiano. Sul fronte dell’assistenza quotidiana, arrivano robot-compagni in grado di parlare, fare videochiamate e tenere compagnia, pensati non solo per alleggerire la solitudine ma anche per offrire un contatto più umano, seppur mediato. E intanto le app dedicate alla terza età diventano sempre più complete, integrando salute, servizi, consulenze a distanza e suggerimenti personalizzati.
A Shanghai in alcune strutture di cura, gli operatori usano già esoscheletri intelligenti per sollevare e aiutare i pazienti con mobilità ridotta. Questi dispositivi, come quelli sviluppati da 傲鲨智能 (Auxa Tech), riducono lo sforzo fisico di oltre il 60% e iniziano a essere testati anche per il supporto diretto alla deambulazione degli anziani.
Altri attori come 傅利叶智能 (Fourier Intelligence) puntano sulla robotica per la riabilitazione, già adottata in decine di centri comunitari, anche se l’uso rimane limitato da barriere tecniche e accessibilità per i pazienti.
Un'indagine condotta su 70 anziani mostra che oltre la metà non ha una chiara idea di cosa siano i prodotti di “smart aging”. Tuttavia, riconoscono con facilità assistenti vocali come “Tmall Genie” o “Xiao Ai”, e mostrano interesse soprattutto per dispositivi per la vita quotidiana (pulizia automatica, controllo della casa) e per la salute (wearable, gestione delle malattie croniche).
Tra algoritmo e ideologia: il caso della China Media University e l’illusione del dibattito sul genere.
Alla fine di marzo, un’accusa di discriminazione di genere nell’ammissione al corso di animazione della China Media University ha riacceso un copione ormai familiare nello spazio digitale cinese: una scintilla locale – in questo caso, la presunta sproporzione tra candidati uomini ammessi e donne escluse – scatena un’ondata virale che rapidamente travalica il merito della questione, trasformandosi in conflitto identitario polarizzato.
L’università ha negato ogni forma di discriminazione e fornito spiegazioni formali, ma l’incendio mediatico era già scoppiato. Come spesso accade, il punto non è se le accuse siano fondate, bensì come vengono mobilitate – e da chi. In questo caso, il blog che ha fatto emergere la vicenda ha usato un linguaggio fortemente suggestivo, caricato di etichette come “disuguaglianza di genere” e “ingiustizia contro le donne”, innescando una dinamica di “clickbait etico” che ha moltiplica la portata emotiva, indebolendo la complessità del dibattito.
Ciò che l’articolo evidenzia è una tendenza strutturale del discorso pubblico online in Cina (e non solo): la trasformazione del conflitto di genere in una risorsa algoritmica. In un contesto digitale fortemente guidato dal flusso emozionale e dalla logica dell’engagement, l’opposizione uomo/donna diventa uno schema narrativo ricorrente, quasi una template mediatica per assicurarsi attenzione, reazioni, e quindi visibilità.
Ma questa visibilità ha un costo: quello della depoliticizzazione del femminismo, sempre più associato a posizioni “estreme” e quindi delegittimato nella sua versione più storica, riflessiva e politica. La parola stessa "女权" (diritti delle donne), nel dibattito online, tende a essere svuotata di contenuto e trasformata in un marchio divisivo, anziché in una piattaforma per elaborare disuguaglianze strutturali reali.
L’articolo conclude con un appello implicito alla responsabilità comunicativa: non è negando l’esistenza di disparità di genere che si favorisce un ambiente sano, ma nemmeno strumentalizzandole per produrre indignazione a breve termine. La posta in gioco, qui, non è solo la reputazione di un’università, ma la possibilità stessa di tenere in piedi un discorso pubblico che distingua tra giustizia sociale e retorica algoritmica.
Ogni settimana, leggendo gli articoli dal People’s Daily e altri media cinesi, ho l’impressione di entrare in un laboratorio sociale futurista: robot, algoritmi, intelligenze artificiali – tutto è in movimento. Ma sotto la superficie del progresso tecnologico, emergono costantemente domande più lente, più umane: chi decide cosa è “smart”? Chi resta indietro? E a cosa rinunciamo, inseguendo l'efficienza e il progresso?Continuare a osservare con occhio critico – e con curiosità – mi sembra la sola bussola possibile.
Mi interessa sapere se anche a voi colpisce questa realtá. Scrivetemi, se vi va!
Parole chiave – 智能 / 无人器
智能 (zhìnéng) – Letteralmente "intelligenza intelligente" o "intelligenza capace", è oggi uno dei termini più usati nella narrazione tecnologica cinese. Abbraccia ogni applicazione che implichi automazione “smart”: dall’agricoltura alle scuole, dalla sanità all’assistenza agli anziani. Ma il termine funziona anche come dispositivo ideologico: associare qualcosa a 智能 lo rende automaticamente parte del “progresso”, svuotando spesso il dibattito su effetti collaterali, controllo, etica.
无人机 (wúrénjī) - Drone, letteralmente “Macchina senza persone”. Il termine 无人机dice molto su come la tecnologia venga raccontata: la sua efficacia sta nell’assenza dell’uomo, nella capacità di operare in modo autonomo, silenzioso, efficiente. Il prefisso 无人 (senza persone) è interessante: sottolinea l’assenza fisica dell’umano, ma implicitamente esalta la superiorità della macchina.